LA PARTENZA
Erano le 3 di mattina ed ero già pronto a partire più carico che mai, direzione Milano, a prendere il socio di pesca Davide. Arrivo da lui ,carichiamo miracolosamente tutto quanto sulla fiat cubo gentilmente prestata da mia madre e si parte senza indugi!. Il viaggio è molto lungo, il navigatore ci segna 9 ore, ma sappiamo che con il grosso carico che abbiamo, il viaggio sarà più lungo. Mentre guido, passiamo il tempo a fantasticare sul posto ed ammirare il fantastico panorama francese, rendendoci il viaggio piacevole e scorrevole. Ed è cosi che in un batter d’occhio ci ritroviamo alla meta, una grossa barrage rocciosa immersa nei boschi situata nel sud della Francia. Scendiamo dalla macchina ed ammiriamo la vastità del posto; una barrage immensa, piena di grosse insenature, che ci fa sentire molto piccoli, di fronte a questo paradiso. Ma ora è tempo di entrare in azione, quindi scarichiamo la macchina, gonfiamo l’iboat 320 e lo carichiamo per bene, cominciando il trasbordo di 1 chilometro che ci porta su una punta che separa 2 insenature.

SI COMINCIA
una volta arrivati in postazione, ci prendiamo un attimo di tempo per ammirare la vastità e la bellezza mozzafiato dell’ambiente circostante, imbastiamo un breve confronto e subito iniziamo a calare i nostri inneschi. Nonostante le molte ore di viaggio, siamo carichi e non ci fermiamo finche non abbiamo posizionato le nostre trappole e montato il nostro accampamento. In comune accordo, scegliamo assieme gli spot in cui pescare, decidendo di alternarci le partenze ad una ciascuno, in modo da poterci divertire assieme. Sinceramente non è stato complicato trovare gli spot. Come in quasi tutti i barrage, la sponda visibile all’esterno dell’acqua, rispetta perfettamente ciò che troviamo sott’acqua, Nel nostro caso immense massicciate rocciose, boschi sommersi e platò situati sulle punte delle insenature sono i nostri spot prescelti, ad eccezione di una grossa secca situata al centro lago. Ora che i nostri inneschi sono calati ed il campo è stato allestito non ci resta che riposare ed attendere, godendoci i primi momenti in questo ambiente spettacolare.


LA PRIMA NOTTE
nonostante la stanchezza, l’adrenalina è ancora alta e rimaniamo svegli fino a tarda notte, mangiando e fantasticando sulle possibili catture. Non passa molto tempo dalla prima partenza, dalla seconda e dalla terza! Davvero una nottata magica che ci costringe a forza in branda, sfiancandoci di fatica tra viaggio, trasbordo, calate e catture. Ci risvegliamo così, con 3 canne da calare e 3 sacche piene, pronte per essere fotografate in uno scenario da favola. 3 catture, tutte di piccola taglia, che sembrano quasi fatte con lo stampino, ma va bene così…abbiamo catturato in questa immensa barrage!


L’INIZIO DELL’ODISSEA
Una volta riposati, con calma facciamo le foto di rito e ricaliamo le lenze. Come pasturazione ci affidiamo a 2 tipologie di esche nella versione dream line, boilies top di gamma dall’alto valore biologico altamente condizionanti, soprattutto verso gli esemplari selvatici. Le boilies in questione sono le krill bomb e le squid lemon pepper. Decidiamo di utilizzare diametri piccoli da 18 millimetri, per insidiare queste carpe selvatiche, che vedono veramente di rado una pallina. Come inneschi ci siamo affidati alla stessa tipologia di gusto, utilizzando hard hookbaits, balanced hookbaits e pop up fluo, ed abbinandole assieme.
Da li a poco ci saremmo resi conto che la difficoltà non sarebbe stata nel catturare, ma sarebbe stata nel selezionare la taglia. Di fatti cominciarono le numerose partenze, continuano ad aumentare con il passare dei giorni; tutti pesci fatti con lo stampino, regine piccole ed affusolate dalla forza eccezionale che impegnano in noi molte energie durante il combattimento.




LA STRATEGIA DI RICERCA
dopo esserci consultati, capiamo che non è possibile selezionare la taglia con diametri di boilies superiori, data l’enorme voracità e numerosità di questi piccoli esemplare. Portiamo avanti un’altra teoria, ipotizzando che ci fossero branchi di carpe piccole e branchi di carpe grosse, situati in zone differenti del barrage. Di conseguenza cominciamo a provare diversi spot, cercando il pesce in profondità maggiori, nella speranza di intercettare pesci più importanti. Strategia che non da risultati e che ci lascia, per il momento, ancora a catturare queste piccole carpe dalla forza impressionante. I giorni passano inesorabili e mancano ormai meno di 48 ore, decidiamo quindi di cambiare nuovamente spot; abbandoniamo le acque profonde e puntiamo sulle stesse zone prescelte ma stando sui 4 metri di profondità. La nostra costanza e perseveranza verrà presto premiata con 2 importanti catture, alzandoci il morale alle stelle.


LE ULTIME 36 ORE
Ci siamo, finalmente abbiamo trovato il punto debole di questa immensa barrage, uno spot davvero pratico; è buffo da dire, certe volte vai a cercare il pesce a distanze che sfiorano il chilometro, quando in realtà ce l’hai sotto il naso. Proprio così, abbiamo iniziato a catturare questi pesci proprio sotto il nostro naso, nel sotto riva!! Non ci resta ora che continuare con questa strategia, rimanendo costanti e sperando di beccare l’esemplare da sogno che stiamo cercando. Le ora passano e noi tra una partenza e l’altra ci godiamo la giornata soleggiata, tra un bagno rinfrescante e 2 chiacchere tra amici, e nel frattempo altri 3 bei pesci ci vengono a far visita.




LA SFURIATA FINALE
il pomeriggio risulta molto impegnativo, il pesce è ormai addestrato dalla numerosa quantità di boilies che abbiamo gettato in acqua, apprezzandone il gusto intenso di pesce ed il valore biologico da cui ne trae un beneficio energico importante. Utiizzando 2 tipi di esche al pesce ci accorgiamo della netta differenza di taglia che si verifica con una tipologia di esca differente. In questo caso le squid lemon pepper, grazie agli altissimi valori nutrizionali, hanno giocato un ruolo fondamentale.
Arriva il pomeriggio inoltrato, per noi le ultimissime ore di pesca e con questo il regalo tanto aspettato. Il segnalatore dello spot sotto riva inizia a cantare, Davide ferra prontamente la canna, mentre io mi trovo sul gommone per calare una lenza. Assisto a tutto il combattimento, si capisce subito che dall’altro lato della lenza c’è qualcosa di interessante, e mi fiondo a riva quando sento le urla di Davide…”che pesce, mamma mia!!”…. Davide lo intravede durante il combattimento da riva, una grossa full scalled, il pesce che stiamo aspettando! Un combattimento davvero mozzafiato che ci ha tenuti in sospeso fino all’ultimo secondo, quando finalmente riusciamo a portarla a guadino… ci siamo riusciti!!.
Gioiamo e festeggiamo assieme per la missione compiuta e a questo punto alziamo il tiro, cercando di sfruttare le ultime ore rimanenti. In serata arrivano un altro paio di catture di piccola taglia, e sfiniti, dovendo partire molto presto al mattino, decidiamo di tenere solo 2 canne in pesca, attendendo gli ultimi 2 pesci della sessione. Pesci che arrivano puntuali, ma non della taglia che cerchiamo. Ci svegliamo la mattina presto ben riposati con le canne già fuori dall’acqua e la maggior parte dell’attrezzatura già impacchettata. Poco tempo per caricare il gommone e trasbordare in mezzo alla fitta nebbia che si forma ogni mattina alle prime luci del sole.
La nostra sessione è finita con successo e torniamo a casa felici.



Grazie Francia!!